Società, mister – cresciamo INSIEME

Non so cosa starà passando nella mente della società, del direttore sportivo Di Bari, di De Zerbi.

So bene cosa sta passando nella mia mente: il sentimento vero, oltre alla delusione per il risultato sportivo, è la PAURA, una paura del futuro che da sempre mi accompagna dopo la fine (ahimè negativa) di un play off o, meglio, di una stagione.

La paura ed il timore che, come spesso accade, a noi gli errori insegnino poco e nulla.

Avellino, 17 giugno 2007. Il nostro Foggia, con una squadra costata uno sproposito e che avrebbe dovuto distruggere il campionato, perde la Serie B a pochi minuti dalla fine.

A quel punto due possibilità: confermare buona parte della squadra e riprovare l’attacco in B con un buon tecnico o rivoluzionare sotto una forma di “spending review” che ti costa, comunque, molti soldi: viene scelta la seconda opzione, con risultati negativi ed un altro play off perso.

E così anche l’anno successivo, fino a quando, dopo aver sperperato denaro senza ottenere alcun risultato se non una misera Coppa Italia di Serie C, la società molla.

Sono molte le analogie con la situazione attuale: una squadra costruita per vincere che, all’ultimo atto, perde l’approdo nella categoria superiore.

Voglio rivolgermi a chi ha a cuore e soprattutto in mano il futuro del Foggia: è partito l’anno scorso un progetto triennale, voluto da società, tecnico e squadra; un progetto che tutti noi speravamo potesse partire con una promozione quest’anno, sfiorata ma non raggiunta.

E’ bastato questo per mandare in aria l’entusiasmo, la convinzione ed anche le ingenti somme investite nel progetto?

Cara società, è nel vostro interesse prima che nel nostro, continuare sulla strada tracciata lo scorso anno, sicuri che il prossimo anno non si potrà fallire.

Abbiamo una squadra di prospettiva, molti calciatori giovani che se ben “seguiti” potranno arrivare con noi nelle categorie che ci competono, giocatori che ormai si conoscono da due anni e giocano “a memoria”.

 E’ quanto mai importante questa volta confermare rosa e mister, quasi di vitale importanza.

Caro mister, io a te sono legato da un amore viscerale. Ho amato ed amo il modo in cui la squadra si esprime, il gioco che hai saputo dargli, il tuo essere schietto e sincero. Hai dato tanto a questa piazza e questa piazza ti ha risposto con un affetto riservato forse solo a pochi altri “grandi”.

Capisco l’opportunità della Serie A, allettante, quasi emozionante anche per noi tifosi pensare che un allenatore che abbiamo visto nascere possa arrivare così in alto, così presto.

Ma leggo con le lacrime agli occhi l’ormai quasi certo tuo passaggio al Crotone: avevi la responsabilità di tirarci fuori da queste sabbie mobili, abbiamo riposto tutta la nostra fiducia in te, eri davvero la “luce” che poteva illuminare il buio che da ormai 18 anni aleggia su di noi.

Non tirare in ballo la clausola rescissoria, ti prego, non a noi tifosi almeno: ti sei impegnato con un contratto triennale, hai firmato un progetto vincente, in quella che chiami TUA Foggia, che non può finire alla prima difficoltà.

Non so quali siano le tue richieste alla società, sono sicuro che sono atte a migliorare la Foggia calcistica, come dici tu. Ma sono richieste accettabili per una società di Serie C che, quest’anno ha speso così tanti soldi, ritrovandosi nelle mani ora solo delle solide basi per il futuro e  poco altro?

E, soprattutto, ti chiedi quanto farebbe male un tuo addio, alla Foggia calcistica?

Forse le mie sono solo le parole di un tifoso ferito ancora, deluso o, come detto all’inizio, spaventato.

Roberto, hai saputo far splendere Foggia, hai creato un miracolo che ha visto il suo apice con le 20.000 presenze di domenica.

Non disperdiamo quanto abbiamo creato in questi anni, per una volta vediamo di riuscire ad essere noi quelli che riescono in un progetto vincente, in una programmazione oculata.

Ma soprattutto confermiamo quello che Foggia, nonostante le difficoltà, sa regalare: scelte folli, di cuore, veri e propri atti d’amore.

ROBERTO RESTA CON NOI, CRESCIAMO INSIEME.

 

 

 

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